Coordinamenti Precari Flc CGIL dell'Emilia Romagna
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Coordinamenti Precari Flc CGIL dell'Emilia Romagna
Nel congresso di San Benedetto del Tronto la FLC ha riconosciuto come organi statutari i coordinamenti di precari.
Questa approvazione è fondamentale perché ci offre l’opportunità di essere parte attiva nella vita del sindacato e di avanzare proposte all’interno della FLC. Riteniamo vitali lo spazio e la visibilità offerte ai precari nei direttivi e auspichiamo che tale occasione possa ripetersi anche per quanto riguarda le segreterie, con le quali vogliamo lavorare in costante contatto.
Proprio per dare maggiore operatività a questo strumento riteniamo importante cominciare a strutturare un coordinamento regionale, oltre che a livello provinciale e nazionale.
Il 24 aprile ci siamo trovati a Bologna e abbiamo preso atto della convenienza di strutturare un coordinamento regionale, oltre che a livello provinciale e nazionale, come coordinamento FLC CGIL Emilia-Romagna abbiamo avviato, dunque, una riflessione sulle modalità organizzative e strutturali di questo nostro coordinamento e sulle possibili iniziative da mettere in campo.
• I precari dell’Emilia Romagna propongono la costituzione di un coordinamento regionale lavoratori precari Flc; il coordinamento auspica che questa esperienza si possa replicare in altre regioni.
Abbiamo ritenuto prioritario il confronto fra le realtà provinciali dell’Emilia Romagna, per ipotizzare e approvare linee politiche e iniziative comuni, avviare tavoli di confronto, entrare in rapporto con le istituzioni regionali e le altre realtà del territorio.
• Il coordinamento propone politiche d’investimento e non di tagli come misura strategica anticrisi per il sistema paese, e la costruzione di un sistema di Welfare a carattere universalistico ed inclusivo in grado di tutelare i lavoratori a prescindere dalla tipologia contrattuale. I precari chiedono il ritiro dei tagli previsti dalla legge 133/08 ed il completamento delle 150.000 immissioni in ruolo previste dalla Finanziaria 2007, che è legge dello Stato mai abrogata, il ritiro del pdl Aprea e Goisis, e del ddl Gelmini, si chiede anche il ritiro dei tagli del personale ATA in quanto figura importante per il buon funzionamento delle strutture scolastiche e universitarie. Si propone un piano pluriennale di assunzioni per tutti i comparti della conoscenza. Per quanto riguarda il comparto scuola, i lavoratori confermano l’esigenza del mantenimento dei diritti acquisiti attraverso la graduatoria ad esaurimento, riconosciuta come canale principale per l’immissione in ruolo e per l’assegnazione dei contratti a termine. I lavoratori propongono che il nuovo sistema di formazione docenti tenga conto dei titoli di studio acquisiti, e del servizio prestato nella scuola, come salvaguardia del percorso lavorativo. Viene condannata la politica dei ricorsi nominali ANIEF che minano il sistema delle graduatorie introducendo una disparità tra i lavoratori, garantendo solo ai ricorrenti il conseguimento di certi diritti, vengono ulteriormente condannati i corsi online, finalizzati al conseguimento di mero punteggio e non all’acquisizione di una formazione realmente spendibile nel campo della conoscenza. Il decreto salva-precari è riconosciuto come un provvedimento di facciata, improduttivo d’effetti, iniquo e inadeguato a fornire una risposta al problema degli ammortizzatori sociali sul precariato. I precari sul tema della contrattazione convergono sulla necessità di equiparare i diritti, le tutele, il trattamento economico, la ricostruzione di carriera tra lavoratori precari e personale di ruolo, come già previsto per i docenti di religione cattolica. La diseguaglianza di trattamento retributivo, infatti, contraddice gli orientamenti comunitari in materia di rapporti di lavoro, con particolare riferimento alla Direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’Unione Europea del 28/06/99. E’ sentita la necessità di mantenere e valorizzare all’interno delle scuole il ruolo delle RSU sensibilizzandole ad una maggiore tutela del personale precario. Lo sciopero è sentito come strumento principale di protesta, tuttavia i precari parallelamente a questa forma di dissenso, vorrebbero promuovere e sperimentare anche altre forme alternative di sensibilizzazione e mobilitazione sui temi del lavoro che potrebbero essere maggiormente efficaci.
• Per quanto riguarda il comparto università i lavoratori precari chiedono: un piano straordinario di reclutamento che vada nella direzione di assorbire il precariato esistente e di garantire la progressione di carriera agli attuali ricercatori a tempo indeterminato. La costruzione di un censimento anagrafe per dipartimenti delle attuali figure precarie esistenti; una sola figura a tempo determinato d’ingresso al percorso accademico nella quale vengono assorbite le varie figure precarie attuali (borse, assegni di ricerca, contratti di docenza ecc…). Il rinnovo delle forme contrattuali e degli assegni di ricerca in essere, e l’eliminazioni delle docenze a contratto a titolo gratuito, la costituzione delle rappresentanze sindacali anche per i ricercatori precari.
• Con il presente documento il coordinamento precari Flc Emilia Romagna auspica: un tavolo di trattative sui contenuti citati, per possibili soluzioni ai problemi del precariato in vista del nuovo anno scolastico/accademico.
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Questa approvazione è fondamentale perché ci offre l’opportunità di essere parte attiva nella vita del sindacato e di avanzare proposte all’interno della FLC. Riteniamo vitali lo spazio e la visibilità offerte ai precari nei direttivi e auspichiamo che tale occasione possa ripetersi anche per quanto riguarda le segreterie, con le quali vogliamo lavorare in costante contatto.
Proprio per dare maggiore operatività a questo strumento riteniamo importante cominciare a strutturare un coordinamento regionale, oltre che a livello provinciale e nazionale.
Il 24 aprile ci siamo trovati a Bologna e abbiamo preso atto della convenienza di strutturare un coordinamento regionale, oltre che a livello provinciale e nazionale, come coordinamento FLC CGIL Emilia-Romagna abbiamo avviato, dunque, una riflessione sulle modalità organizzative e strutturali di questo nostro coordinamento e sulle possibili iniziative da mettere in campo.
• I precari dell’Emilia Romagna propongono la costituzione di un coordinamento regionale lavoratori precari Flc; il coordinamento auspica che questa esperienza si possa replicare in altre regioni.
Abbiamo ritenuto prioritario il confronto fra le realtà provinciali dell’Emilia Romagna, per ipotizzare e approvare linee politiche e iniziative comuni, avviare tavoli di confronto, entrare in rapporto con le istituzioni regionali e le altre realtà del territorio.
• Il coordinamento propone politiche d’investimento e non di tagli come misura strategica anticrisi per il sistema paese, e la costruzione di un sistema di Welfare a carattere universalistico ed inclusivo in grado di tutelare i lavoratori a prescindere dalla tipologia contrattuale. I precari chiedono il ritiro dei tagli previsti dalla legge 133/08 ed il completamento delle 150.000 immissioni in ruolo previste dalla Finanziaria 2007, che è legge dello Stato mai abrogata, il ritiro del pdl Aprea e Goisis, e del ddl Gelmini, si chiede anche il ritiro dei tagli del personale ATA in quanto figura importante per il buon funzionamento delle strutture scolastiche e universitarie. Si propone un piano pluriennale di assunzioni per tutti i comparti della conoscenza. Per quanto riguarda il comparto scuola, i lavoratori confermano l’esigenza del mantenimento dei diritti acquisiti attraverso la graduatoria ad esaurimento, riconosciuta come canale principale per l’immissione in ruolo e per l’assegnazione dei contratti a termine. I lavoratori propongono che il nuovo sistema di formazione docenti tenga conto dei titoli di studio acquisiti, e del servizio prestato nella scuola, come salvaguardia del percorso lavorativo. Viene condannata la politica dei ricorsi nominali ANIEF che minano il sistema delle graduatorie introducendo una disparità tra i lavoratori, garantendo solo ai ricorrenti il conseguimento di certi diritti, vengono ulteriormente condannati i corsi online, finalizzati al conseguimento di mero punteggio e non all’acquisizione di una formazione realmente spendibile nel campo della conoscenza. Il decreto salva-precari è riconosciuto come un provvedimento di facciata, improduttivo d’effetti, iniquo e inadeguato a fornire una risposta al problema degli ammortizzatori sociali sul precariato. I precari sul tema della contrattazione convergono sulla necessità di equiparare i diritti, le tutele, il trattamento economico, la ricostruzione di carriera tra lavoratori precari e personale di ruolo, come già previsto per i docenti di religione cattolica. La diseguaglianza di trattamento retributivo, infatti, contraddice gli orientamenti comunitari in materia di rapporti di lavoro, con particolare riferimento alla Direttiva 1999/70/CE del Consiglio dell’Unione Europea del 28/06/99. E’ sentita la necessità di mantenere e valorizzare all’interno delle scuole il ruolo delle RSU sensibilizzandole ad una maggiore tutela del personale precario. Lo sciopero è sentito come strumento principale di protesta, tuttavia i precari parallelamente a questa forma di dissenso, vorrebbero promuovere e sperimentare anche altre forme alternative di sensibilizzazione e mobilitazione sui temi del lavoro che potrebbero essere maggiormente efficaci.
• Per quanto riguarda il comparto università i lavoratori precari chiedono: un piano straordinario di reclutamento che vada nella direzione di assorbire il precariato esistente e di garantire la progressione di carriera agli attuali ricercatori a tempo indeterminato. La costruzione di un censimento anagrafe per dipartimenti delle attuali figure precarie esistenti; una sola figura a tempo determinato d’ingresso al percorso accademico nella quale vengono assorbite le varie figure precarie attuali (borse, assegni di ricerca, contratti di docenza ecc…). Il rinnovo delle forme contrattuali e degli assegni di ricerca in essere, e l’eliminazioni delle docenze a contratto a titolo gratuito, la costituzione delle rappresentanze sindacali anche per i ricercatori precari.
• Con il presente documento il coordinamento precari Flc Emilia Romagna auspica: un tavolo di trattative sui contenuti citati, per possibili soluzioni ai problemi del precariato in vista del nuovo anno scolastico/accademico.
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Re: Coordinamenti Precari Flc CGIL dell'Emilia Romagna
mi auguro che il coordinamento parta al più presto anche nella mia e nelle altre regioni.
maria pia labita- Messaggi : 163
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